In tutti i settori dell’economia cooperativa l’autofinanziamento sarà il principale strumento per promuovere gli investimenti delle cooperative nel 2025, in un contesto caratterizzato sia dalla penuria di strumenti finanziari alternativi al credito bancario sia dall’eccessiva dipendenza delle cooperative dagli istituiti di credito.
L’impennata del costo del debito finanziario per le cooperative registrata nel corso del 2023 (rif.: Studi & Ricerche n. 268 Ottobre 2024) ha, di fatto, scoraggiato nel primo semestre del 2024 le cooperative a rivolgersi al sistema bancario. Le evidenze oggettive segnalano che si è ridotta di oltre dieci punti percentuali (sia rispetto al primo sia rispetto al secondo semestre 2023) la quota di cooperative che ha richiesto un finanziamento agli istituti di credito nei primi sei mesi del 2024. I
noltre, più di una cooperativa su dieci, tra le richiedenti, non ha ottenuto alcun finanziamento o ha acquisito un importo significativamente inferiore a quello richiesto. Le condizioni fortemente restrittive di accesso al credito hanno trovato riflesso, oltre negli alti tassi di interesse, anche in una quota del tutto marginale di cooperative che ha registrato sia un accorciamento dei tempi di concessione del fido bancario (solo il 6% dei richiedenti) sia un allentamento delle garanzie richieste (solo il 5% dei richiedenti).
Le necessità di finanziamento delle cooperative restano, comunque, centrali nel 2025 sia per esigenze di liquidità e di cassa (per quasi una cooperativa su due) e, in parte, anche per la ristrutturazione e consolidamento del debito (una cooperativa su dieci), sia nell’ambito della transizione digitale e della transizione verde (nel complesso, per quasi una cooperativa su due e per sei su dieci nell’agroalimentare).
Il processo a supporto e sostegno delle transizioni verso un economia sempre più innovativa e sostenibile implica anche un adeguato posizionamento delle cooperative che, al momento, sembra deficitario. In tal senso, per sette cooperative su dieci il livello medio delle competenze interne sia sul fronte della transizione verde sia sul fronte della transizione digitale è valutato mediocre o scarso.
Nel complesso, invece, le cooperative confermano un posizionamento decisamente migliore nell’ambito delle cosiddette hard skills (competenze tecniche e specialistiche dei lavoratori) e, anche se in misura minore, nelle cosiddette soft skills (l’insieme delle competenze trasversali dei lavoratori).
In particolare, il livello medio delle competenze tecniche dei lavoratori è giudicato buono da due cooperative su tre (e da oltre sette cooperative su dieci nella cooperazione sociale e sanitaria) e il livello medio delle competenze trasversali dei lavoratori è giudicato buono da sei cooperative su dieci.