Mentre Milano affronta un'emergenza abitativa sempre più evidente, centinaia di famiglie attendono risposte per un tetto che, almeno sulla carta, dovrebbe essere già in fase di realizzazione. Sono 385 gli alloggi che il Consorzio Cooperative Lavoratori (Ccl) vorrebbe costruire in quattro diverse zone della città — Certosa, Taggia, Lambrate e Cascina Gatti—ma che restano in un limbo burocratico. Di questi, 47 sono destinati all’edilizia convenzionata ordinaria, 68 all’edilizia Ers in vendita, 69 all’affitto agevolato, mentre il resto rientra nell’edilizia libera con prezzi accessibili.
Un iter bloccato dai ritardi del Comune
La lentezza con cui vengono esaminati i progetti di Ccl è, secondo il presidente, il riflesso di un clima di grande prudenza tra funzionari e dirigenti comunali. “In Comune c’è un clima di forte cautela, comprensibile vista l’attenzione della magistratura su alcune procedure edilizie, ma il rischio è che questa prudenza finisca per bloccare anche progetti pienamente legittimi”, conclude Maggioni.
Il Consorzio ha investito risorse per aggiornare i piani edilizi in modo da eliminare ogni possibile criticità e garantire il rispetto delle normative. Nonostante ciò, i permessi necessari sembrano procedere a rilento negli uffici dell’Urbanistica del Comune di Milano.
“Abbiamo ascoltato le preoccupazioni dei nostri soci e deciso di intervenire in modo proattivo, senza attendere l’approvazione del cosiddetto decreto 'Salva Milano', che comunque non ci riguarda direttamente. Eppure i progetti faticano ad avanzare", sottolinea Maggioni. Molti soci del Consorzio CCL "non sono investitori istituzionali, ma cittadini alla ricerca di una casa, e questo stallo rischia di compromettere i loro piani di vita".
Di fronte a questa situazione di impasse, le società cooperative del Consorzio CCL attive nei quartieri di Certosa, Taggia, Lambrate e Niguarda hanno organizzato ieri un’assemblea a Milano per raccogliere le preoccupazioni dei soci e avviare un percorso di mobilitazione.
Da un lato, centinaia di famiglie attendono da anni un’abitazione a costi accessibili; dall’altro, i lavoratori del settore temono che il protrarsi di questa incertezza possa mettere a rischio la loro stabilità occupazionale. Un blocco che colpisce tanto chi aspira a una casa quanto chi opera nel settore edilizio, in una situazione sempre più difficile da giustificare.