Fondazione Cariplo promuove il Bando Attenta-mente - Prendersi cura del benessere emotivo, psicologico, relazionale di bambine e bambini, ragazzi e ragazze.
Beneficiari
Le richieste di contributo su questo bando potranno essere presentate esclusivamente da un partenariato minimo di almeno due organizzazioni attive sul target del bando. Il ruolo di capofila può essere rivestito solo da organizzazioni private senza scopo di lucro, che non risultino già capofila di un progetto finanziato nella prima edizione del bando.
Ogni soggetto potrà partecipare a massimo due proposte (in qualità di capofila e partner, o solo in qualità di partner). Fanno eccezione gli enti pubblici territoriali e loro consorzi, università ed enti di ricerca, enti pubblici ospedalieri e sanitari che possono partecipare, in qualità di partner, anche a più di due proposte. Si auspica una collaborazione fattiva, all’interno del partenariato o tramite accordi di rete strutturati, con i servizi di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (NPIA) di riferimento e con gli enti pubblici territoriali rilevanti per la scala d’intervento scelta. Analogamente, si suggerisce un’alleanza con i soggetti dedicati all’educazione formale e informale (scuola, oratori, associazioni sportive, …) spesso tra i primi rilevatori del disagio e, se adeguatamente sensibilizzati e accompagnati, pronti a facilitare l’intercettazione precoce, il collegamento tra famiglia e servizi, ma anche l’attivazione di prime risposte. Tra gli attori da ascoltare e coinvolgere, vi sono i giovani stessi (associazioni giovanili locali, rappresentanze studentesche, consulte giovanili, testimoni privilegiati…) che possono favorire la comprensione dell’universo di bambini e ragazzi, delle loro aspettative e difficoltà, delle modalità di comunicazione e ingaggio più efficaci.
Iniziative ammissibili e contributi
Il bando sostiene progetti mirati a intercettare, agganciare, accompagnare e supportare bambini e ragazzi con disagio psichico, emotivo, relazionale, con particolare attenzione a quei minori e famiglie che non possono permettersi i costi dei servizi privati né i tempi di attesa dei servizi pubblici. I progetti potranno attivarsi sulle forme di malessere più silenti e sommerse fuori dai radar dei servizi (ad esempio i ragazzi a rischio o in ritiro sociale), i disturbi già visibili in attesa di essere orientati ai servizi o di essere accolti da essi (per esempio in ambito neuropsichiatrico), il disagio già in cura che necessita di una risposta aggiuntiva anche sul piano socioeducativo e comunitario (ad esempio i minori in dimissione dai reparti e dalle risposte residenziali). A titolo esemplificativo e non esaustivo, di seguito alcune possibili aree d’intervento:
- intercettazione precoce (antenne informali e diffuse, sportelli/spazi/percorsi di ascolto, prima accoglienza e orientamento negli ambienti di vita, con strumenti digitali…);
- sensibilizzazione, formazione e sostegno mirato agli adulti di riferimento (genitori, insegnanti, istruttori sportivi, ma anche pediatri e medici di medicina generale, …);
- supporto ai servizi educativi/ricreativi nella valutazione dal punto di vista specialistico e nella gestione delle situazioni critiche (dispositivi di filtro e segnalazione agile, protocolli snelli di collaborazione…);
- potenziamento e/o sperimentazione di strumenti di aggancio, di relazione, di cura (ad esempio progetti capaci di sviluppare risposte terapeutiche flessibili, di prossimità, di gruppo; di strutturare reti ibride sui territori che possano sostenere dal punto di vista educativo e sociale i percorsi di cura o post acuzie; di investire sulla creazione di equipe multidisciplinari tra più realtà e su figure di cerniera tra i servizi e il territorio; di sfruttare le opportunità derivanti dalle tecnologie digitali.
I progetti dovranno prevedere e dare forte legittimazione e valore al lavoro di ascolto e attivazione dei minori, nonché al lavoro di confronto progettuale (tra i servizi, con le famiglie, con le componenti di comunità di volta in volta rilevanti) intorno ai beneficiari, andando oltre l’erogazione di prestazioni e le collaborazioni sporadiche, evitando logiche “a canne d’organo”.
Per essere considerati ammissibili alla valutazione, i progetti dovranno essere in possesso dei seguenti requisiti:
- localizzazione nel territorio della Regione Lombardia e delle province di Novara e del Verbano-Cusio-Ossola;
- avvio successivo alla data di invio del progetto;
- durata compresa tra 18 e 24 mesi;
- richiesta di contributo compresa tra € 50.000 e € 200.000 e comunque non superiore al 70% dei costi totali preventivati;
- eventuali investimenti ammortizzabili complessivamente non superiori al 15% dei costi totali del progetto.
Procedure e termini
La domanda di contributo dovrà essere presentata entro e non oltre le ore 17.00 del 8 giugno 2023.