In quale stato di salute versa il nostro sistema di welfare? Sta assolvendo adeguatamente alla sua funzione universalista? Come sta incidendo sull’andamento della povertà e delle disuguaglianze? Sta svolgendo l’altro suo importante compito, quello di essere motore di sviluppo? Queste le domande principali che hanno guidato la ricerca.
L’interrogativo che ha ispirato l’intero lavoro è ultimamente incentrato sull’individuazione dei fattori che possano garantire l’universalità del welfare e la qualità delle prestazioni, e sull’approfondimento del ruolo che la cultura della sussidiarietà svolge e può svolgere a questo scopo.
Il Rapporto contiene autorevoli contributi di alcuni tra i più qualificati studiosi ed esperti della materia, raccolti i sei sezioni:
1) una fotografia ragionata del nostro welfare "in transizione;
2) il complesso dei servizi sociali di competenza dei Comuni, (assistenza a anziani, minori in stato di bisogno, famiglia, disabili, soggetti affetti da dipendenza, indigenti ecc.);
3) la governance;
4) la percezione dei cittadini;
5) contributi su aspetti specifici e possibili proposte; 6) conclusioni.
Le criticità
Le principali criticità del sistema sono individuate a) nella disomogeneità territoriale della spesa e nella sua allocazione sbilanciata, b) nella mancanza di un esame approfondito dei bisogni, c) nella eterogeneità delle norme e nella policentricità eccessiva dei centri di governance, d) nella tendenza a standardizzare e irrigidire l’offerta Il tutto in un contesto in cui crescono le diseguaglianze.
Welfare fattore di sviluppo
Sistemi di protezione sociale forti e ben organizzati svolgano una funzione fondamentale, oltre che nel rispondere ai bisogni di salute, assistenza, educazione e previdenza, anche nel costruire società coese ed economie solide. L’Italia dovrebbe lavorare per un welfare più moderno, con maggiori investimenti sul capitale umano, istruzione e formazione continua e maggiori servizi alle famiglie (come gli asili nido).
Riforma necessaria
Per mantenere il suo carattere universalistico ed essere all’altezza delle sfide attuali, il welfare italiano ha bisogno di essere in parte riformato. Con due idee guida:
· spostarsi da una visione puramente “amministrativa” dei bisogni verso un approccio olistico che consideri l'unità della persona;
· incrementare una collaborazione tra pubblico, privato e Terzo settore
Approccio sussidiario
Appare in definitiva cruciale il ruolo dell’approccio collaborativo e il metodo della “amministrazione condivisa” alla luce di una applicazione virtuosa del principio di sussidiarietà.
* Ripreso dalla presentazione del Rapporto sul sito www.sussidiarieta.net