Secondo il Rapporto sul mercato del Lavoro (4° trimestre) di Unioncamere Lombardia, l’occupazione a livello regionale cresce per l’11° trimestre consecutivo: +1,7% la variazione negli ultimi tre mesi del 2023. Anche in media d’anno si conferma il medesimo incremento (+1,7%).
Il tasso di occupazione, per la fascia 15-64 anni, nel quarto trimestre supera per la prima volta il 70% (70,2%), otto punti sopra la media nazionale. In particolare nel corso del 2023 hanno mostrato un maggior incremento:
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le donne (+2,7%) rispetto agli uomini (+1%);
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gli over 50 (+5,2%), anche per motivi demografici;
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i laureati (+8,7%) e i diplomati (+4,9%) rispetto ai titoli di studio inferiori (-9%);
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i servizi (+3,3%) e il commercio (+4,7%) rispetto alle attività industriali (-2%) ed edili (-2,4%);
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gli occupati full-time (+2,5%) e i dipendenti permanenti (+2,2%).
Il tasso di disoccupazione scende al 4% nella media del 2023; il calo è generalizzato a tutte le componenti ma rimangono divari negativi per i giovani (9,6% nella fascia 15-29 anni), le donne (4,8%) e le persone con titolo di studio fino alla terza media (5,7%).
Il tasso di attività (73% nel quarto trimestre) cresce più lentamente rispetto a quello di occupazione, per via del calo delle persone in cerca di lavoro.
Dai dati di flusso su assunzioni e cessazioni emerge una crescita di circa 100 mila contratti nel corso del 2023, la stessa registrata l’anno precedente, per gran parte dovuta ai contratti a tempo indeterminato (+87 mila). Nel 2023 le ore di Cassa Integrazione diminuiscono del -21,8%, anche se il calo si è esaurito nella prima metà dell’anno e la componente ordinaria mostra segnali di ripartenza.
Il Rapporto sugli investimenti delle imprese lombarde di Unioncamere Lombardia, attraverso un focus sui principali settori economici, offre una fotofrafia sulle dinamiche registrate nel corso dell’ultimo anno e indica le previsioni per il 2024.
Nel 2023 flette la propensione a investire delle imprese lombarde: in tutti i settori diminuisce infatti la quota che dichiara di aver realizzato investimenti nel corso dell’anno, riportandosi sostanzialmente sui livelli del 2018-2019, o poco sotto. I problemi derivanti dai tassi e le incertezze nello scenario economico spingono gli imprenditori ad una maggior cautela negli investimenti.
L’industria si conferma il settore con la maggiore intensità di investimenti, realizzati da quasi i due terzi delle imprese del campione (61%), anche per via della maggiore dimensione media che le caratterizza. Gli artigiani manifatturieri, caratterizzati da una dimensione minore, si fermano invece al 28%. Negli altri settori la quota di imprese investitrici si attesta intorno al 32% nel commercio e al 31% nei servizi.
Le previsioni per il 2024 registrano una flessione nella quota di imprese che intendono investire in tutti i settori, flessione già riscontrata nelle previsioni sul 2023 da artigianato, commercio al dettaglio e servizi. Nell’industria le imprese potenzialmente investitrici nel 2024 si riducono al 60%, e l’artigianato evidenzia la quota più bassa tra i settori analizzati di imprese che pensa di investire nel 2024 (25%). Nel terziario le imprese che pensano di investire nel prossimo anno si attesta intorno ad un terzo degli intervistati: 36% per il commercio al dettaglio e al 33% per i servizi.
In tutti i settori la previsione per il 2024 è comunque migliore rispetto alla media degli anni pre-covid 2018-2019.