Studi e ricerche

IL GREEN DEAL ALLA PROVA

Il secondo Barometro eco-sociale curato da Percorsi di secondo welfare analizza gli impatti socio-economici della transizione energetica per l'Europa. Il Dilemma degli Italiani di Fronte alla Rivoluzione Verde.

mercoledì 2 luglio 2025

La crisi climatica non è più un lontano allarme, ma una realtà che bussa alla porta di tutti, e l'Europa sta correndo ai ripari con il suo ambizioso Green Deal. Ma cosa succede quando le politiche "verdi" iniziano a toccare da vicino il portafoglio e la vita quotidiana delle persone?

 

È proprio questo il nodo cruciale affrontato nel "Secondo Barometro Eco-Sociale", curato dal Professor Maurizio Ferrera dell'Università degli Studi di Milano e dal Laboratorio Percorsi di Secondo Welfare, in collaborazione con Fondazione Lottomatica. Il rapporto ci offre uno spaccato dettagliato di come gli italiani (e non solo) vivono questa complessa transizione.

 

L'Urgenza c'è, ma non basta: serve una "Transizione Giusta"

Non c'è dubbio sull'urgenza: il riscaldamento globale ha già superato gli 1,5 gradi e molti obiettivi ambientali sono in ritardo. Il Green Deal era partito con grande consenso, ma ora che le misure di decarbonizzazione si fanno concrete, emergono preoccupazioni e resistenze. È una dinamica naturale per politiche che chiedono sacrifici oggi per benefici futuri.

 

Ecco perché il concetto di "Transizione Giusta" è diventato fondamentale: non si tratta solo di imporre cambiamenti, ma di assicurarsi che nessuno venga lasciato indietro. Questo significa:

  • Dialogo aperto sugli strumenti, considerando scienza e tecnologia in evoluzione.
  • Ascolto attivo delle persone e dei settori più direttamente interessati, valorizzando le loro conoscenze "locali".
  • Misure di compensazione immediate e chiare, per distribuire equamente i costi.
  • Una comunicazione costante e rassicurante per i cittadini.

 

Purtroppo, gli esperti indicano che la "Transizione Giusta" è uno dei settori con meno progressi nell'attuazione del Green Deal. E l'Italia? Ha ricevuto fondi per la Transizione Giusta inferiori rispetto ad altri paesi e la sua capacità di spesa è scarsa, non solo per questi fondi ma per tutti i fondi di coesione UE 2021-2027.

 

Cosa chiedono i cittadini? Protezione, Informazione e Gradualità

I sondaggi Eurobarometro e IPSOS-Paribas, inclusi nel rapporto, dipingono un quadro articolato della percezione pubblica:

  • Consapevolezza, ma poca informazione: Tre quarti degli europei percepiscono l'impatto del cambiamento climatico, ma quasi la metà si sente poco informata sui rischi e sulle soluzioni.
  • Sì ai costi, ma a carico dello Stato e delle imprese: C'è una certa disponibilità a spendere di più per prodotti sostenibili, ma l'aspettativa generale è che i costi della lotta all'inquinamento siano socializzati, ovvero sostenuti dallo Stato (per il 74% degli europei) o dalle imprese (per il 92%).
  • La paura di restare indietro: È diffusa la percezione che le categorie più svantaggiate – quelle con basso reddito, gli anziani, le persone con basse qualifiche e le piccole imprese – saranno le più penalizzate dalla transizione.
  • Lavoro: speranza e timore: L'opinione sull'impatto occupazionale è divisa: metà del campione ha una visione positiva, metà negativa.
  • Le richieste concrete: I cittadini chiedono a gran voce: sostegni per i più vulnerabili, prestiti agevolati, formazione per le nuove "professioni verdi" e una maggiore informazione chiara e accessibile.
  • Condizioni per accettare i cambiamenti: Le persone sono disposte a cambiare il proprio stile di vita, ma a patto che i sacrifici siano condivisi equamente (65%), che ci siano compensazioni (45%), che le decisioni siano frutto di processi collettivi (28%) e che i cambiamenti siano di proporzione limitata (48%).

 

L'Italia sotto la lente: preoccupazioni economiche e resistenze settoriali

Il sondaggio SOLID-Università di Milano (giugno 2024), co-progettato dall'autore del rapporto, offre un focus prezioso sull'Italia:

  • Le priorità: Per gli italiani, le preoccupazioni principali sono ancora quelle economiche (reddito, lavoro, abitazione - 38,6%) e sociali (sanità, pensioni, scuola - 20,6%), che superano nettamente l'ambiente e il clima (7,8%).
  • Controllo dei prezzi: L'Italia mostra una domanda altissima di intervento statale per il controllo dei prezzi dei beni di prima necessità (87,8%).
  • Rinnovabili sì, ma...: Sebbene la maggioranza (53,1%) sia disposta ad accettare costi energetici più elevati per lo sviluppo delle rinnovabili, questo supporto scende tra disoccupati, persone in difficoltà economica e con bassa istruzione, ovvero i "potenziali perdenti" della transizione.
  • Il nodo automotive: Vi sono forti resistenze al divieto di vendita di veicoli a combustione interna dal 2035: il 38,3% degli italiani è in disaccordo e il 27% è neutrale. Queste resistenze sono legate alla vulnerabilità economica e alle possibili conseguenze occupazionali (quasi 400 mila occupati nel settore, incluso l'indotto).
  • Proteggere i nostri agricoltori: La maggioranza degli italiani (56,1%) è favorevole a proteggere gli agricoltori europei dalla concorrenza esterna, anche se questo dovesse comportare un aumento dei prezzi alimentari.
  • Questo quadro evidenzia come le differenze tra gruppi sociali possano trasformarsi in fonti di conflitto sociale e politico.

 

Il Rischio "Gilets Jaunes" e la Protezione Eco-Sociale Adattiva

Le proteste dei "gilets jaunes" in Francia (2019), contro la miniera di Turów in Polonia (2021) o quelle agricole in Olanda (2023) e in Italia e Belgio (2024), sono chiari segnali di un possibile "backlash". I governi devono evitare di imporre misure senza preparazione o di negare l'urgenza.

 

La soluzione non è solo sul "cosa" (le politiche), ma anche sul "come" (i processi decisionali). Serve una protezione eco-sociale adattiva, che includa non solo protezione e prevenzione, ma anche promozione delle capacità individuali e collettive.

 

Per il "come", il rapporto suggerisce:

  • Previsione e prevenzione: Integrare la conoscenza e la tecnologia per anticipare gli effetti e modulare le trasformazioni sociali.
  • Coinvolgimento partecipativo: Evitare decisioni "top-down". I modi e i tempi del Green Deal devono essere calibrati in senso partecipativo.

 

L'UE ha già strumenti per migliorare il *policy-making* eco-sociale, ma molti paesi, inclusa l'Italia, mostrano carenze nelle capacità istituzionali per queste valutazioni.

 

La Sfida della Comunicazione: Via le Narrative "Eco-Negative

È difficile comunicare efficacemente la transizione energetica. Narrative "eco-negative" (negazioniste, ritardiste, catastrofiste) diffondono paure e dubbi, spesso per scopi opportunistici.

 

Una narrativa "eco-positiva" efficace deve fare molto di più che focalizzarsi solo sui benefici futuri. Deve:

  • Sottolineare l'urgenza, ma anche la fattibilità delle soluzioni e dei finanziamenti.
  • Collegare i vantaggi a lungo termine con benefici immediati (es. meno inquinamento, cibi più sani).
  • Garantire una distribuzione equa dei costi e dimostrare che la transizione può creare opportunità positive (nuovi posti di lavoro "verdi").
  • Evidenziare l'impatto e le soluzioni concrete nei contesti locali.
  • Coinvolgere il pubblico nei processi decisionali, specialmente a livello locale, incoraggiando la partecipazione a iniziative concrete.

 

Le Priorità per l'Italia e la Scommessa Geopolitica

L'Italia si trova nella "fase difficile" della transizione. Occorre uno sforzo straordinario di analisi e programmazione per stimare, prevenire, mitigare e compensare i costi sociali. L'Italia ha ancora una quota elevata di occupati in settori inquinanti (16,7% vs 11,7% media OCSE) e una percentuale di occupazione "verde" leggermente inferiore (16,3% vs 17,6% OCSE).

 

A livello globale, la possibile svolta energetica dell'amministrazione USA (dopo l'introduzione) rischia di destabilizzare l'agenda climatica. La collaborazione tra Europa e Stati Uniti è essenziale. La UE dovrebbe mantenere la rotta del Green Deal, modernizzando il suo modello economico e sociale. La risposta alla strategia MAGA ("Make America Great Again") di Trump non deve essere una "strategia MEGA" ("Make Europe Great Again") distruttiva, ma una Transizione Giusta supportata da narrative eco-sociali "miglioriste", in linea con i principi europei.

 

In sintesi, la transizione verde è una scelta cruciale e un'opportunità, ma la sua riuscita dipenderà dalla capacità di proteggere i cittadini, coinvolgerli nelle decisioni e costruire una narrazione che unisca urgenza ambientale e giustizia sociale.

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