La sostenibilità parte prima di tutto dai territori. Ed è sui territori che bisogna agire per orientare l’Italia verso un percorso di transizione in linea con l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.
È questo il messaggio che emerge dal rapporto “I Territori e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile: alle radici della sostenibilità”, pubblicazione annuale in cui l’ASviS fa il punto sullo stato di salute di Regioni, Province e città metropolitane verso la realizzazione dell’Agenda 2030. Il Rapporto è stato realizzato con il contributo incondizionato di Federcasse e WindTre.
“Mentre ci avviamo verso la conclusione del percorso del Pnrr e la scadenza del 2030 si avvicina sempre di più, nonostante le difficoltà del presente è tempo di impegnarsi, agire, prenderci cura gli uni degli altri, costruire speranza”, si legge nell’introduzione al documento. “Questo il senso del titolo del nostro Rapporto di ottobre ‘Coltivare ora il nostro futuro’. Per farlo, in questa pubblicazione, andiamo ‘Alle radici della sostenibilità’, per esplorare nel dettaglio tutti gli aspetti della territorializzazione dell’Agenda 2030 in Italia”.
Enrico Giovannini: “Ora intervenire per cogliere le opportunità del Regolamento Ue sul ripristino della natura, estendere l’esperienza dei Climate city contract per la riduzione delle emissioni, investire in rigenerazione urbana e politiche abitative per ridurre le disuguaglianze sociali, disegnare strategie innovative per montagne e aree interne”.
Nel Rapporto Territori l’ASviS analizza la capacità di Regioni e Province autonome di raggiungere 28 obiettivi quantitativi contenuti in strategie, piani e programmi ufficialmente adottati a livello europeo e nazionale, e presentati per il livello nazionale nel Rapporto ASviS 2024.
Tra le più virtuose ci sono Lazio, Umbria, Valle d’Aosta e la Provincia Autonoma di Trento, in grado di conseguire 12 obiettivi, mentre molte altre Regioni, soprattutto nel Mezzogiorno, potranno raggiungerne solo 4-6. Provincia Autonoma di Bolzano, Veneto, Molise, Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna presentano, alla luce delle tendenze degli ultimi anni, il numero maggiore di obiettivi impossibili da
raggiungere.
Anche nelle Città metropolitane emergono numerose disuguaglianze: Firenze, Milano, Roma e Cagliari hanno risultati migliori, con 6-8 obiettivi raggiungibili, mentre Napoli, Reggio Calabria, Palermo e Catania si fermano a due obiettivi. Se si osservano gli obiettivi certamente non raggiungibili, la situazione peggiore si rileva per Catania, Torino, Roma e Reggio Calabria (5-6).