Percorsi di Secondo Welfare ha deciso di dedicare il suo Rapporto biennale alle pratiche collaborative, e in particolare agli istituti della coprogettazione e della coprogrammazione. Questi processi, intesi sia come dispositivo formale - nel rispetto della normativa vigente - sia come approccio all’azione collaborativa, sono andati diffondendosi soprattutto in anni recenti.
Hanno dunque cercato di capire perché e come queste pratiche siano sempre più una logica di intervento adeguata per dare risposte in tempo di crisi e di trasformazione in un’ottica eco-sociale. Per rispondere a questa domanda è stata condotta una ricerca originale e raccontato alcune iniziative particolarmente significative realizzate in Italia negli ultimi anni.
Il Rapporto è suddiviso in tre parti che mettono al centro tre finalità diverse ma tra loro correlate: Conoscere, Realizzare e Ideare.
La prima parte, Conoscere, inizia con la descrizione del contesto di crisi multiple in cui ci troviamo (Capitolo 1) e, con l’aiuto della letteratura e dei dati, descrive le principali dimensioni da tenere in considerazione: povertà, salute, invecchiamento, crisi energetica e questione abitativa, accesso a strumenti e competenze digitali.
A seguire il Capitolo 2 offre una panoramica della nascita e dello sviluppo della coprogettazione e della coprogrammazione in Italia, evidenziando punti di forza e criticità, sfide e opportunità di queste pratiche secondo la letteratura e alla luce della normativa
recente. In questa prima parte, inoltre, si dà conto della ricerca empirica realizzata dal Laboratorio di Secondo Welfare per indagare come siano percepite oggi la coprogettazione e la coprogrammazione.
Grazie all’analisi empirica nel Capitolo 3 è stato quindi approfondito il ruolo delle crisi nelle pratiche collaborative, gli aspetti definitori, i punti di forza e di debolezza della coprogettazione e della coprogrammazione. Sono stati inoltre rilevati e analizzati, nel Capitolo 4, i fattori che facilitano e ostacolano la messa a punto delle pratiche collaborative, le sfide e le opportunità che esse portano con sé.
Nella seconda parte, Realizzare, sono state raccontate esperienze concrete di coprogettazione e coprogrammazione e raccolto riflessioni sulle pratiche collaborative connesse a contesti di governance collaborativa: la relazione tra welfare aziendale e coprogettazione (Capitolo 5); il ruolo delle Reti Territoriali di Conciliazione, che in Lombardia da anni promuovono iniziative e percorsi per favorire la conciliazione tra vita e lavoro grazie ad alleanze multiattore (Capitolo 6); il programma Equilibri della Fondazione Compagnia di San Paolo, lanciato in Piemonte per sostenere l’occupazione femminile e contrastare la povertà educativa (Capitolo 7); il ruolo delle Fondazioni di comunità nel facilitare le pratiche collaborative (Capitolo 8); Cambia Terra, progetto promosso da ActionAid Italia nell’area dell’Arco ionico allo scopo di promuovere i diritti delle donne impiegate in agricoltura attraverso il loro empowerment e il loro coinvolgimento nella coprogettazione di servizi rispondenti ai loro specifici bisogni (Capitolo 9).
La terza parte, Ideare, conclude il Rapporto riprendendo e analizzando in chiave prospettica quanto emerso dalla ricerca che Secondo Welfare ha condotto e dalle esperienze descritte nella seconda parte. Il Capitolo 10 individua dunque alcune raccomandazioni e prospettive utili a rendere le pratiche collaborative sempre più una leva per un cambiamento profondo del welfare locale nella prospettiva dell’inclusione e della sostenibilità. Tali processi, per essere sempre più solidi e condivisi, dovranno perseguire lo scopo non solo di proteggere dai rischi, ma anche di ampliare le opportunità per cittadine e cittadini, con una particolare attenzione ai più fragili, dando loro voce e potere attraverso la partecipazione ai processi decisionali e attuativi.
Estratto dall'Introduzione del 6° Rapporto AGIRE INSIEME