Il progetto “Mettiamo le ali – dall’emersione all’integrazione”, finanziato nell’ambito del Bando Antitratta della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Pari Opportunità, realizzato da LULE Onlus (capofila del progetto) insieme a una rete di enti attuatori ha l’obiettivo di contrastare il fenomeno della tratta di esseri umani e dello sfruttamento sessuale, lavorativo, accattonaggio ed economie illegali .
Un progetto che si declina attraverso azioni di:
- emersione, cioè l’individuazione delle vittime o potenziali vittime di tratta;
- protezione e assistenza, con percorsi di tutela, accoglienza, supporto legale e sanitario,
- integrazione, tramite mediazione e orientamento, formazione, co-costruzione del futuro per ogni persona fuoriuscita dallo sfruttamento, inserimento socio-lavorativo e l’accompagnamento verso l’autonomia;
- prevenzione e sensibilizzazione, attraverso formazione, incontri ed esperienze dirette, per beneficiari, società civile e studenti.
Nella relazione intermedia, si evince come il lavoro di emersione e prossimità rivolto alle potenziali vittime di tratta e grave sfruttamento abbia permesso di raggiungere complessivamente 1031 persone, nei primi nove mesi di attività:
- 591 tramite l’attività delle Unità di Contatto
- 41 tramite attività di sensibilizzazione presso CAS e SAI
- 272 tramite attività di outreach nei luoghi di aggregazione informale, formale e di culto
- 127 tramite l’attività di valutazione con colloqui di identificazione
Tra le persone raggiunte, 212 sono richiedenti/titolari di Protezione Internazionale:
- 75 incontrate nell’attività delle Unità di Contatto,
- 41 incontrate nell’attività di sensibilizzazione presso CAS e SAI,
- 96 incontrate nell’attività di valutazione con colloqui di identificazione
ADESIONI AL PROGRAMMA UNICO
L’attività di emersione e prossimità ha favorito l’adesione (nel progetto “Mettiamo le Ali” o altri progetti in rete) di 28 persone identificate come vittime di tratta:
- 21 dall’attività di SEGRETARIATO SOCIALE
- 5 dall’attività di REFERRAL
- 2 dall’attività delle UNITÀ DI CONTATTO UNITÀ DI STRADA E DI CONTATTO
- Sessuale outdoor: 82 persone in maggioranza femmine dell’Albania e della Romana e transessuali provenienti dal Sudamerica.
- Sessuale indoor: 134 persone di cui 65 contattate attraverso i siti (in prevalenza Sudamericane) e 37 persone incontrate nei centri massaggi cinesi.
- Sfruttamento lavorativo, accattonaggio, economie illegali: 146 persone in prevalenza uomini del Nord Africa, dell’Africa Subsahariana e del Sud-est Asiatico.
- Sfruttamento non definito: 192 persone.
- 340 azioni di prossimità (una persona può aver usufruito di più servizi o aver avuto più accessi allo stesso):
· 100 consulenze legali (29,5 %)
· 74 orientamenti lavorativi (22 %)
· 64 colloqui di ascolto (19%)
· 19 accompagnamenti sanitari (5,5%)
· 83 accompagnamenti/invii ad altri servizi del territorio (24 %)
Le attività hanno interessato le sette province del progetto (Bergamo, Brescia, Cremona, Lecco, Lodi, Mantova, Pavia), con un approccio multi-agenzia che ha coinvolto OIM, Forze dell’Ordine, Ispettorati del Lavoro, sindacati, servizi sociali e il Numero Verde Nazionale Antitratta.
Il calo delle persone contattabili nei luoghi di sfruttamento – dovuto alla crescita della prostituzione indoor, al caporalato “invisibile” in proprietà private e all’uso di tecnologie che isolano le vittime – conferma la necessità di integrare l’outreach con una rete capillare di segnalazioni e una mappatura costante dei territori. Rimangono cruciali la fragilità abitativa, l’assenza di documenti regolari e il controllo esercitato dai racket, locali e transnazionali, che limitano l’accesso ai diritti e ai servizi.