Storie di ordinaria cooperazione

IN ASCOLTO

Progetto di supporto psicologico individuale e di gruppo per persone che vivono con Hiv o Aids e rivolto anche a coloro che le assistono. Il Progetto In Ascolto è curato dalla cooperativa Famiglia Nuova di Lodi.

giovedì 5 dicembre 2024

Il progetto In Ascolto offre supporto psicologico individuale e di gruppo per persone che vivono con Hiv o Aids in cura presso il reparto Unità Operativa Complessa di Malattie Infettive dell’ospedale di Lodi; il progetto è anche rivolto a coloro che le assistono, inclusi medici, operatori della Cooperativa, familiari e persone significative.

 

Nato dalla richiesta del Direttore del reparto di malattie infettive dell’ASST di Lodi, il progetto è stato co-progettato con Famiglia Nuova per rispondere al bisogno di supporto psicologico gratuito per i pazienti e familiari. La cooperativa Famiglia Nuova ha tradotto queste esigenze in azioni concrete, diventando capofila del progetto. L’iniziativa sottolinea l’importanza della co-progettazione tra enti diversi per raggiungere obiettivi condivisi in un clima collaborativo e proattivo.

 

Il supporto psicologico, l’accoglienza umana e professionale, la passione e la buona volontà sono fondamentali per migliorare la qualità della vita e il benessere psicologico e sociale delle persone coinvolte.  La co-progettazione è un processo virtuoso di collaborazione tra enti pubblici e privati per la realizzazione di progettualità innovative e sperimentali di servizi socio-assistenziali e socio-sanitari, rispondendo alle esigenze individuali e della comunità.

 

Progetto realizzato in collaborazione con l’Azienda Socio Sanitaria Territoriale ASST di Lodi, con il contributo della Fondazione Comunitaria della Provincia di Lodi, con il contributo di ViiV Healtcare e con il contributo della Fondazione Banca Popolare di Lodi.

 

Non riuscivano a parlare con i figli, con i famigliari, si sentivano in colpa, a disagio, per anni sempre con questo peso sulle spalle. I pazienti positivi all’Hiv ora stanno meglio, possono finalmente superare i momenti di difficoltà, togliersi di dosso lo stigma generato dall’ignoranza sociale.

 

L’unità di malattie infettive dell’Asst di Lodi ha attivato un ambulatorio di supporto psicologico per i 500 pazienti lodigiani che vivono con l’Hiv e che sono curati dall’equipe dell’ospedale Delmati di Sant’Angelo guidata dal dottor Angelo Regazzetti.

 

Il progetto, intitolato “In ascolto”, promosso da Asst e Famiglia Nuova, con il contributo di Fondazione Comunitaria e Fondazione Bpl, è stato presentato dal direttore generale e dalla direttrice socio sanitaria dell’Asst Guido Grignaffini e Silvana Cirincione, dall’infettivologa Chiara Cerri, insieme ai rappresentanti di Famiglia Nuova.

 

«Ogni anno – ha sottolineato la dottoressa Cerri – sono 10 i nuovi casi. Nell’ultimo anno sono stati nella maggior parte dei casi pazienti giovani». Il più giovane ha 23 anni. I direttori Grignaffini e Cirincione hanno messo in luce, il cambiamento radicale in campo sanitario, messo in luce anche dal messaggio di promozione dell’iniziativa diffuso attraverso le cartoline con il qrcode che rinvia alla visione del video:

Oggi, i dati scientifici indicano che le persone con virus Hiv che sono in cura non rischiano più di trasmetterlo, nemmeno con rapporti sessuali non protetti. Le donne con virus soppresso possono avere figli e allattarli.

 

«Gli ambulatori di malattie infettive – hanno spiegato i rappresentanti di Famiglia Nuova – hanno segnalato la necessità di favorire il passaggio da un modello che vede la malattia come elemento puramente biologico e il malato come persona da curare a un approccio olistico, che consente la presa in carico della persona nella sua globalità, ponendo attenzione alla soggettività e all’unicità di ogni individuo e alle sue risorse, al finere il paziente stesso protagonista attivo del progetto di cura».

 

L’ambulatorio è aperto, ad accesso libero, al Delmati, senza bisogno di ricetta, tutti i mercoledì mattina, a partire dalle 7.30. Il progetto consente la presa in carico anche dei famigliari, degli operatori e delle persone che vivono con l’Aids conclamata.

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