Nel cuore di Lambrate c’è un tesoro sepolto. Sono le antiche marcite del Parco Lambro e chiamarle tesoro non è un’esagerazione. Si deve infatti a questa tecnica agraria la ricchezza di Milano. I contadini medievali si accorsero che facendo scorrere d’inverno un velo d’acqua sui prati il terreno non gelava e l’erba continuava a vegetare, portando così quasi a triplicare il numero di raccolti annui.
Sembrava un’innovazione, fu invece una rivoluzione. Avere foraggio disponibile tutto l’anno permise di sviluppare l’allevamento bovino su basi “industriali”, consentendo in particolare di avviare la filiera del formaggio.
A Milano di marcite ne sono rimaste pochissime, tutte legate ai parchi di periferia che sono di fatto musei a cielo aperto della storia del nostro paesaggio. E tra c’erano infine le marcite del parco Lambro, legate alla Cascina san Gregorio Vecchio, forse le più importanti perché proprio in questa zona fu sviluppata la tecnica nel medioevo.
Tre anni fa la Cooperativa Cascina Biblioteca è subentrata nella conduzione della Cascina san Gregorio e dei suoi 38 ettari di campi annessi. Tra questi, appunto i 7 ettari un tempo coltivati a marcita. Ed è allora ci si è accorti del tesoro nascosto. I fossi che portavano l’acqua sono quasi chiusi e pieni di sedimenti, ma esistono ancora e se ne vede chiaramente il percorso; i manufatti sono in gran parte crollati, ma pietre e mattoni che li costituivano sono ancora sul posto ed i pochi esemplari rimasti in piedi permettono un recupero fedele.
Grazie alla Fondazione Cariplo, che con il bando “Coltivare Valore” sostiene progetti di agricoltura sociale, e con la collaborazione del Politecnico di Milano e della Fondazione Minoprio è stato possibile avviare l’azione di recupero. Per concludere il lavoro servirà ancora del tempo, sperando di riuscire a coinvolgere altri cittadini che vogliano entrare, anche solo per un giorno, nella storia della nostra città.