La legge di bilancio 2025 si caratterizza per la conferma e la proroga di politiche e strumenti già in vigore nel 2024, con la positiva messa a regime di alcuni istituti, o la loro stabilizzazione quantomeno per un triennio, nonché per l’inserimento di alcune riformulazioni e integrazioni che non ne stravolgono l’impianto. Tra i principali profili degni di attenzione:
Conferma e messa a regime per il triennio 2025-2027 della tassazione agevolata al 5% applicabile ai premi di produttività erogati ai lavoratori. Aliquota applicabile anche ai RISTORNI distribuiti ai soci di cooperativa.
Confermato per il triennio 2025-2027 il regime per i fringe benefits applicato nel 2024, fino a 2 mila euro per lavoratori con figli a carico e di 1.000 euro per gli altri lavoratori. Si aggiunge, in via sperimentale un’ulteriore regime di non imponibilità ai fini fiscali, nel limite di 5 mila euro a prescindere dai figli, delle somme pagate o rimborsate dai datori di lavoro relativamente alle spese di affitto sostenute da lavoratori assunti a tempo indeterminato nel 2025 con un reddito sotto i 35 mila euro e che si siano trasferiti per oltre 100 km dal luogo di residenza (beneficio applicabile per 2 anni dalla data di assunzione).
Estensione al periodo 1° gennaio – 30 settembre 2025 del sostegno economico, esente fiscalmente e già riconosciuto negli anni scorsi, in favore di lavoratori sotto 40 mila € di reddito occupati nel comparto turistico, ivi inclusi gli stabilimenti termali, pari al 15% delle retribuzioni percepite dagli stessi soggetti in relazione a lavoro notturno o lavoro straordinario festivo.
Aumento risorse per Bonus Giovani, Bonus Donne e Bonus Mezzogiorno, proroga decontribuzione sud, sebbene fino a fine 2024 per contratti stipulati entro 30 giugno 2024, e riformulazione della stessa con un regime meno favorevole rispetto a quello previgente, distinto peraltro tra imprese sotto e sopra i 250 addetti con, in quest’ultimo caso, necessità di attendere autorizzazione della misura a livello comunitario e requisito aggiuntivo dell’incremento occupazionale.
Istituzione di un Fondo ad hoc presso il MEF con una dotazione di 70 milioni di euro per l’anno 2025 e di 2 milioni di euro per l’anno 2026 destinato all’attuazione delle disposizioni, anche di carattere fiscale, in materia di partecipazione dei lavoratori al capitale, alla gestione e ai risultati di impresa (connessione con proposta di legge attualmente in discussione in Parlamento).
Modifiche in materia previdenziale: proroga Quota 103, APE sociale, Opzione donna, incentivo (ora detassato) per chi rimane in servizio anche se ha maturato requisiti pensione anticipata, sostegno alle pensioni minime e superamento forti restrizioni nell’indicizzazione dei trattamenti pensionistici con importi elevati. Contributi volontari deducibili per giovani e rilevanza del valore della rendita erogata dai fondi di previdenza complementare ai fini del raggiungimento dell’importo soglia perché un soggetto cui si applica interamente il sistema contributivo possa accedere alla pensione di vecchiaia o anticipata a 64 anni.
Per coloro che terminano di fruire del periodo di maternità o paternità obbligatorio nel 2025, riconoscimento di un ulteriore mese di congedo parentale facoltativo fruibile fino al sesto anno di vita del bambino retribuito all’80% per un totale complessivo di 3 mesi coperti con questa percentuale di miglior favore in luogo di quella generale pari come noto al 30% della retribuzione (2 mesi all’80% invece per coloro che abbiano terminato di fruire del periodo di maternità/paternità obbligatorio nel 2024).
Messa a regime dello sgravio dei contributi a loro carico per lavoratrici madri con almeno 2 figli, con una riformulazione che, da un lato, estende la misura anche alle lavoratrici autonome, dall’altro limita la platea a determinati valori reddituali rinviando ad un decreto attuativo per la quantificazione del beneficio.
Parziale riformulazione dal 2025 della disciplina relativa all’indennità di discontinuità riconosciuta in favore dei lavoratori dello spettacolo con determinati requisiti, che diventano un po’ meno stringenti.
Il provvedimento conferma, da un lato, il meccanismo della super-deduzione dal reddito di impresa del costo del lavoro riconducibile a nuove assunzioni a tempo indeterminato che generano incremento occupazionale, dall’altro il sostegno ai soggetti con redditi medio-bassi (fino a 40 mila euro) realizzato a partire dal 2025 non più tuttavia mediante il regime di decontribuzione in vigore negli anni scorsi, ma attraverso un mix di misure (compreso un riordino delle detrazioni fiscali) introdotto a regime nel nostro ordinamento.