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L'ECONOMIA COOPERATIVA

Il quadro congiunturale delineato dall'Ufficio Studi di Fondosviluppo con le previsioni per il periodo ottobre 2025 - gennaio 2026.

giovedì 30 ottobre 2025

Tra giugno e settembre 2025, l’economia italiana ha evidenziato un consolidamento della fiducia dei consumatori, una lieve ripresa della domanda e una sostanziale stabilità dei prezzi al consumo. In questo scenario, l’indagine congiunturale condotta tra la fine di settembre e i primi dieci giorni di ottobre 2025 su un panel di imprese aderenti a Confcooperative ha messo in luce, in sintesi, i seguenti elementi:

  • Fiducia: in lieve calo a ottobre 2025; il 72,3% dei cooperatori prevede stabilità, il 22% è pessimista, il 5,7% ottimista.
  • Prezzi di vendita: stabili per l’80,7% delle imprese; il 16,5% prevede aumenti, il 2,8% riduzioni.
  • Domanda: invariata per il 75,7%, in crescita per il 15,8%, in calo per l’8,5%; attese per inizio 2026: 23,3% crescita, 8,8% flessione.
  • Fatturato (estate 2025): stabile per il 54,1%, in aumento per il 26,3%, in calo per il 19,6%; attese per fine anno e inizio 2026: 31% crescita, 9,6% calo, 59,4% stabilità
  • Costi di fornitura: estate: 60,8% stabili, 38,6% in aumento; attese per fine anno e inizio 2026 : 67,6% stabili, 31,5% in aumento.
  • Occupazione: estate: 16,9% crescita, 69,2% stabilità, 13,9% calo; attese per fine anno e inizio 2026: 20,2% crescita, 8,8% calo, 71% stabilità. Saldi positivi in tutti i settori, tranne PMI cooperative consumo/distribuzione.
  • Ostacoli operativi: segnalati dal 79,2% delle cooperative; principali criticità: mismatch domanda-offerta lavoro (45,5%), burocrazia (38,3%), incertezza (19,3%), liquidità (14,2%).  
  • Incassi: dalla P.A.: 87% stabilità, 11% peggioramento, 2% miglioramento; tra privati: 84% stabilità, 12% peggioramento, 4% miglioramento. 
  • Competitività: stabile per il 90,4% delle imprese, in miglioramento per il 5,4%, in peggioramento per il 4,2%. 
  • Prospettive breve medio periodo: l’87,4% prevede consolidamento o espansione (65,5% consolidamento, 21,9% espansione); il 12,6% prevede ridimensionamento, di cui l’1,8% con rischio liquidazione.

 

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