Il volume "Per un laboratorio dell'amministrazione condivisa" rappresenta il primo prodotto di questo lavoro analitico e ricognitivo mediante il quale si sono messe a fuoco la legislazione e la giurisprudenza in materia, le procedure amministrative, i modelli organizzativi e di governance e le competenze utilizzate. Tutto ciò avvalendosi di una pluralità di strumenti di indagine.
Oltre ai casi esaminati e puntualmente riconducibili alla normativa contenuta negli art.55 e 56 , si sono anche prese in esame alcune esperienze che debordano da tale perimetro sia per gli attori coinvolti che per le attività promosse. Ciò nella convinzione che questo allargamento del perimetro possa meglio far apprezzare la specificità degli istituti dell’Ammistrazione Condivisa, ma anche consentire di cogliere le innovazioni che nascono ai confini dello stesso.
I contributi pubblicati in questo volume costituiscono solo la prima parte dei risutati. In questo anno 2024 infatti, il team di ricerca si dedicherà a realizzare un sussidio rivolto agli operatori che si stanno cimentando sul campo, al fine di accompagnarli nella messa in opera di procedure facilmente utilizzabili e di modelli di governance coerenti con l’approccio cooperativo della Amministrazione Condivisa; nonché nell’identificazione e reperimento delle competenze più appropriate. Ma, non solo.
Ci si dedicherà anche al racconto di esperienze e prassi risultate particolarmente incoraggianti sia per i risultati ottenuti sia per la loro replicabilità. L’intento è duplice: da un lato, favorire la diffusione degli istituti dell’Amministrazione Condivisa in modo da farli diventare prassi ordinaria dell’agire della Pubblica Amministrazione; dall’altro individuare e rafforzare quelle esperienze che hanno prodotto risultati migliori in termini di efficacia/efficienza, rispetto alle procedure concorsuali e di mercato.
Ovvero, hanno saputo generare risposte più appropriate ai tanti bisogni ancora insoddisfatti specialmente nelle fasce più fragili della popolazione. La ricerca, del resto, va finalizzata ad individuare le risposte più efficaci per migliorare lo stato di benessere della popolazione e l’Amministrazione condivisa è già in diverse teorizzazioni dottrinali ma anche in tante pratiche territoriali strumento di questo tipo; ovvero, con l’Amministrazione Condivisa si è avviata una rivoluzione copernicana del paradigma del rapporto tra PA e Terzo settore (che il D.lgs 117/2017 ha procedimentalizzato come la Corte Costituzionale ha affermato), senza per questo escludere utili interazioni con il mondo profit orientato ad una visione innovativa della responsabilità sociale.
In particolare, nel settore dei servizi socio-sanitari, l’Amministrazione Condivisa può diventare lo strumento migliore per realizzare quella tanto predicata ma poco praticata personalizzazione delle cure che consente di sperimentare modelli organizzativi e sistemi di “welfare di precisione” a cui non sono vocate le procedure di appalto. Queste ultime, in quanto basate sulla standardizzazione a monte dei servizi all’interno dei capitolati speciali, rappresentano, di fatto, una negazione a priori della personalizzazione della cura, a cui sono invece predisposte le procedure di coprogrammazione e di coprogettazione.
Dunque, si può affermare che coprogrammazione e coprogettazione sono strumenti più appropriati per rispondere ai molti bisogni di un territorio e, più in particolare, anche a realizzare un “welfare di precisione”, espressione evocata in questi ultimi anni da autorevoli studiosi e da importanti realtà fondazionali. Questa prospettiva richiede PA e realtà del Terzo Settore all’altezza del compito, pronte a mollare gli ormeggi dagli schemi del passato e con il coraggio di perseguire il maggior benessere per tutti e per ciascuno.
A tal fine, la Fondazione sta tessendo partenariati scientifici con diverse università italiane (LUM, LUMSA, PoliTO, UPS) per contribuire ad una stagione di formazione dei quadri della PA e degli ETS, sempre più ricca di contenuti innovativi, in linea con gli obiettivi del PNRR (Missioni 5 e 6 in particolare).
Il favor della giurisprudenza, prima costituzionale e poi amministrativa, a cui ha fatto seguito quello del legislatore del Codice degli appalti, almeno per il settore dei servizi sociali, rendono ragione di un’evoluzione positiva non solo delle norme ma anche del diritto vivente del Terzo settore.
Presentazione del volume dal sito internet di Terzjus