Bisogni socio-sanitari sempre più complessi, contrazione delle risorse pubbliche disponibili e scarsità del personale sono alcuni tra i fenomeni che impattano direttamente sull’equilibrio del settore Long Term Care. Quali sono le condizioni per costruire e garantire la solidità del settore nel tempo?
Con quali implicazioni sulla sostenibilità economica, del personale e dei modelli di servizio? Il 6° Rapporto dell’Osservatorio Long Term Care passa in rassegna queste domande portando evidenze per declinare lo stato attuale della sostenibilità del settore e identificare le piste di lavoro per il futuro, anche grazie al confronto internazionale.
La nozione di sostenibilità assume in questo Rapporto una declinazione lungo tre assi, sostenuti dalla letteratura internazionale di riferimento e dalle peculiarità del settore italiano:
- sostenibilità economica,
- sostenibilità dei modelli di servizio,
- sostenibilità del personale e delle competenze.
Questi tre assi abbracciano trasversalmente tutto il Rapporto e vengono proposti in relazione a una duplice prospettiva: quella di sistema nel suo complesso (policy), quella delle singole organizzazioni che vi operano.
In termini generali, il primo dei tre assi afferisce alla capacità di raggiungere l’equilibrio economico-finanziario e, auspicabilmente, di generare risultati economici positivi in maniera stabile e duratura nel tempo. Questo tema è di frequente oggetto di dibattito nel settore LTC: tra i servizi, il caso della residenzialità è emblematico. Già nel 5° Rapporto OLTC è stato illustrato come il sistema di tariffe pubbliche riconosciute agli enti gestori sia datato e generalmente non in linea con l’intensità assistenziale richiesta oggi nelle strutture, dovuta a
una complessità crescente dei residenti. In un settore stabilmente ancorato al mercato in accreditamento pubblico, tale disallineamento tra ricavi e risorse da impiegare (strumentali e non) può avere importanti conseguenze sull’(in)sostenibilità economica dei servizi.
La sostenibilità dei modelli di servizio cattura la capacità di promuovere servizi e interventi che abbiano target di utilizzatori ben definiti, per rispondere in maniera efficace ai bisogni espressi dal target stesso. Oggi la rete di welfare raggiunge una quota residuale dei soggetti che presentano bisogni di non autosufficienza, principalmente attraverso servizi tradizionali di residenzialità socio-sanitaria e assistenza domiciliare integrata. Al di fuori del perimetro raggiunto dal welfare, rimane una platea sterminata di anziani e famiglie che in assenza di alternative capillari si autoorganizza (in proprio o avvalendosi di badanti) per gestire la non autosufficienza.
La sostenibilità delle competenze e per il personale attiene sia alla disponibilità di figure professionali sia all’evoluzione delle stesse in termini di numerosità, attività assegnate, capacità e responsabilità. Tale asse è stato ampiamente raccontato nel 5° Rapporto OLTC, dove sono state messe in luce sia le dinamiche congetturali legate alla carenza ormai strutturale di personale sanitario e socio-assistenziale sia le implicazioni di tale carenza sul funzionamento dei servizi e sulla gestione del personale attualmente impiegato. È evidente come qualsiasi
ragionamento sul futuro del settore LTC non possa non tenere conto del ruolo e della disponibilità di personale, il fattore critico di qualità del contesto.
* estratto dall'Introduzione del volume "La sostenibilità del settore Long Term Care nel medio-lungo periodo"