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LA RIGENERAZIONE TERRITORIALE

Le comunità sempre di più sono considerate una “risorsa” necessaria per la realizzazione di processi volti o a rigenerare territori ritenuti marginali oppure a rafforzare sistemi di protezione sociale già esistenti che richiedono soluzioni comunitarie per rispondere a bisogni emergenti. Paper di Aiccon sull'Orientamento alla comunità nelle rigenerazione territoriale.

domenica 4 febbraio 2024

La ricostruzione post-sisma nell’Italia Centrale ha rappresentato e rappresenta ancora un imponente campo di studio e ricerca, richiedendo l’ideazione e l’attuazione di politiche volte alla rigenerazione non solo degli spazi fisici in cui le comunità potranno tornare a vivere, ma in modo forse ancora più determinante, l’individuazione di soluzioni che possano ridisegnare lo scopo e la ragione per cui si deciderà di restare, vivere e lavorare in zone che apparentemente non riescono a fornire servizi e attività sufficienti a una rigenerazione che risponda alle esigenze economiche, sociali e culturali.

 

Le comunità che hanno attraversato l’esperienza del terremoto, della perdita improvvisa e a tratti insensata di ogni possibile riferimento, le comunità che sono orfane di piazze, luoghi di aggregazione e momenti di socializzazione, necessitano di un approccio alla ricostruzione che miri a ricostruire il tessuto sociale in stretta connessione agli spazi abitati, vissuti e agiti.

La mancanza di visione strategica potrebbe condurre a forme di riconversione o riutilizzo che non soddisfano le nuove forme dell’abitare; potrebbe rappresentare una incoerente rimodulazione di spazi che si allontanano dalle effettive esigenze delle comunità con un conseguente dispendio di risorse economiche, risorse umane e tempo.

 

Al contrario per rendere i nuovi spazi della comunità luoghi in cui riconoscersi e riacquisire un senso di appartenenza si rende sempre più evidente il cambio di paradigma che pone la comunità al centro sia della discussione, sia del processo decisionale in modo da favorire forme di co-progettazione in cui la realizzazione dei nuovi spazi diventi un momento aggregativo per trasformare il territorio in un luogo accogliente e partecipato.

 

Il report vuole dunque offrire una breve panoramica sulle possibilità offerte da un approccio partecipativo e community-based in cui l’idea di sviluppo locale coniughi in forme innovative e pervasive la fisionomia dei luoghi per creare un equilibrio tra le istanze del nuovo e le necessità di recupero architettonico, tra le diverse tipologie di capitale (sociale, economico, infrastrutturale, ecc.) e le richieste di spazi e tempi per la creazione di organizzazioni capaci di coinvolgere amministrazioni locali, imprese private, società civile, organizzazioni religiose, cittadini e gruppi d’interesse, che diventano così il fattore chiave del successo dei progetti d’innovazione sociale.

 

La creazione di un set di indicatori d’impatto community-based associati allo strumento del Community Index che si illustrerà più avanti, mira infatti alla costruzione di un framework di lavoro e di analisi capace di aiutare amministratori e ricercatori nella raccolta di dati utili per la definizione di nuove policy e nuove azioni nell’ottica di sviluppo locale attraverso un processo di rigenerazione volto alla pianificazione integrata per il territorio in cui attività economiche, sociale e culturali siano considerate in egual misura e di eguale importanza fin dalle fasi iniziali di co-progettazione.

 

(Dall'intoduzione del paper pubblicato nella collana "I quaderni dell'economia civile" n. 12)

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