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INVERNO DEMOGRAFICO COOPERATIVO

La fotografia  dell'Ufficio Studi di Fondosviluppo sulla dinamica delle iscrizioni all'Albo delle Cooperative nel 2023.

lunedì 25 marzo 2024

L’ulteriore riduzione delle nuove iscrizioni di cooperative all’Albo delle società cooperative, registrata anche nel 2023 rispetto all’anno precedente, certifica, di fatto, l’accentuarsi del cosiddetto «inverno demografico cooperativo».

 

L’incertezza economica e il perdurare delle crisi geopolitiche (fattori negativi sulle decisioni di fare impresa), una pubblicistica in parte ostile alla cooperazione, unita alla scarsa conoscenza dello strumento cooperativo tra i  giovani, l’onda lunga degli interventi di contrasto alla cooperazione spuria (dagli iniziative  legislative contro la falsa cooperazione e gli amministratori unici di cooperativa all’inasprimento della vigilanza sulle cooperative) e lo spiazzamento operato da altre tipologie societarie (in particolare, s.r.l. semplificate, imprese sociali non cooperative, società benefit non cooperative) rappresentano alcuni tra i principali fattori che, anche in concorso tra loro, negli ultimi anni hanno contribuito alla diminuzione delle iscrizioni di cooperative all’Albo.

 

Nel complesso nel 2023 le nuove iscrizioni all’Albo non superano 1.852 unità. Erano 2.039 nel 2022, salivano a 2.412 nel 2021, si consolidavano a 2.484 nel 2020 (l’anno del lockdown per la pandemia da «Covid-19») e raggiungevano le 3.376 unità nel 2019.
 

La riduzione dei nuovi enti iscritti all’Albo delle società cooperative nel 2023 rispetto all’anno precedente è pari al -9,2%. Con riferimento al 2021 la diminuzione delle nuove iscrizioni nel 2023 si attesta al -23,2%. Rispetto al 2020, le iscrizioni nel 2023 registrano il -25,4%. Per quanto riguarda, infine, il 2019 (quindi prima della pandemia) la variazione negativa rilevata nel 2023 raggiunge il -45,1%. 

 

Si segnala un trend negativo generalizzato per tutte le tipologie cooperative, sia rispetto alla variazione 2023 sul 2022 sia sul 2021 sia sul 2020 sia sul 2019. Nell’ultimo anno (2023) rispetto al precedente (2022) si segnala, unica eccezione rispetto al trend negativo generalizzato, un incremento di nuove iscrizioni pari al +9,5% nell’ambito delle cooperative dei produttori del settore primario. Nel complesso si segnala un calo di iscrizioni superiore al dato medio registrato in tutte le annualità prese in esame nell’ambito delle cooperative di lavoratori.

 

Nonostante l’ulteriore significativa diminuzione di nuove iscrizioni, il peso delle stesse per tipologia cooperativa conferma nel 2023 ancora la leadership delle cooperative di lavoratori. Rappresentano, infatti, il 53,3% del totale delle nuove iscritte. Tuttavia, la quota di cooperative di lavoratori era pari al 63,2% delle nuove iscritte nel 2019 (2.135 unità su un totale di 3.376) ed è scesa al 57,7% nel 2020 (1.434 unità su un totale di 2.484), al 56,8% nel 2021 (1.370 unità su un totale di 2.412), al 55,4% nel 2022 (1.130 unità su un totale di 2.039) e al 53,3% nel 2023 (987 unità su un totale di 1.852).

 

Di contro, si rafforza ulteriormente il peso della cooperazione sociale che sale dal 25,4% del 2019, al 29% del 2020, al 29,4% del 2021, al 30,7% del 2022 fino al 32% del 2023. Tra le altre tipologie cooperative si segnala sia un recupero del peso della cooperazione dei produttori del settore primario (il 3,7% nel 2023, contro il 3,1% nel 2022) sia un lieve riallineamento verso l’alto del peso della cooperazione di utenti (il 2,4% nel 2023, contro il 2,3% nel 2022) e di quello dell’insieme delle altre cooperative (l’8,6% nel 2023, contro l’8,5% nel 2022).
 

Le nuove iscrizioni all’Albo delle società cooperative segnalano nel 2023 un recupero del ruolo centrale delle città metropolitane nelle politiche di promozione e sviluppo del movimento cooperativo. La quota delle nuove iscritte nell’insieme delle quattordici città metropolitane istituite e operative in Italia sale, infatti, dal 37,5% del 2022 al 39,1% del 2023.

 

Nell’ultimo anno, rispetto al precedente, si registra una minore erosione di nuove iscritte nell’ambito delle città metropolitane rispetto alle altre province. La variazione si attesta, infatti, al -5,1% tra le prime contro il -11,6% tra le seconde. Nel complesso nel 2023 rispetto al 2019 si rileva una variazione negativa delle nuove iscritte pari al -47% nelle città metropolitane, contro il -43,9% delle altre province.
 

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