Dietro ai numeri dello studio si nascondono storie di migliaia di persone e di famiglie spesso in condizioni di estrema fragilità e che non hanno accesso a risorse economiche sufficienti, specie nel Sud del nostro Paese, e quelle di lavoratori precari, working poors, donne vittime di violenza, che diventano i target tristemente privilegiati dell’esclusione finanziaria.
I dati evidenziano con estrema chiarezza la necessità di allargare la disponibilità di strumenti educativi, culturali e finanziari per migliorare l’accesso di italiani e italiane ai servizi finanziari di base e al credito.
Le strade per frenare l’esclusione e costruire una società più equa, democratica, solidale esistono. Bisogna iniziare a percorrerle.
La finanza etica lo sta già facendo.