Il 2022 è stato caratterizzato da un andamento positivo dell’occupazione nella prima fase dell’anno con una inversione di tendenza a partire dal periodo estivo come probabile conseguenza della frenata dell’economia. La parziale riduzione della disoccupazione si accompagna peraltro a un ampio ricorso a varie forme di orario ridotto, non solo casse integrazioni, pure in calo, ma anche l’ampia presenza di part time spesso involontario. Si è modificato il concetto di disoccupazione. Inoltre, permangono disparità nelle opportunità di lavoro.
La ripresa occupazionale ha avvantaggiato relativamente i lavoratori più giovani, ma con andamenti distinti a seconda dei livelli di istruzione, a favore dei soggetti con alti livelli di scolarizzazione (anche per il contributo del lavoro a distanza che avvantaggia le categorie più istruite), mentre le donne restano ancora penalizzate.
Il mercato del lavoro sta comunque mostrando una sostanziale tenuta, con il numero di occupati che si mantiene sopra i 23 milioni. Preoccupa il fenomeno del Mismatch. Nei primi nove mesi dell’anno in corso, su quasi 420 mila nuove assunzioni mediamente previste, 170 mila (il 40.3 per cento) risultano di difficile reperimento; nello stesso periodo del 2019, tale quota si attestava al 28.2 per cento.