L’Economia Civile è un paradigma, parola greca che significa “sguardo sulla realtà”, il modo cioè con cui si guarda la realtà e che rinvia ad una particolare visione del mondo (weltanschaung).
Un paradigma è dunque come il berillo intellettuale di cui aveva scritto il celebre filosofo Nicolò Cusano nel XVII secolo. Un paradigma non va quindi confuso con una teoria o con modello.
L’Economia Sociale, invece, è uno speciale modello economico, nato e sviluppato entro il paradigma dell’Economia Politica a partire dal secondo dopoguerra. Quali le ragioni? Secondo la prospettiva dell’economia politica, che – ricordo – comprende al suo interno una pluralità di teorie, da quella classica a quelle neoclassica, keynesiana, neoaustriaca, istituzionalista, l’ordine sociale si regge sulla diade Stato e Mercato, e quindi sulla dualità pubblico (Stato) e privato (Mercato).
Non c’è spazio autonomo per la categoria del civile, perché non si riconosce valenza economica alla Comunità. Per il paradigma dell’economia civile, invece, l’ordine sociale poggia sulla triade Stato-Mercato-Comunità.